martedì 26 aprile 2011

A school into the busch

Now you have a school

The children

Intorno a me si accalca un gruppo di bambini, cercano il gioco. Ed io un gioco l’ho pensato. Gli insegno a parlare in italiano. Li raggruppo di fronte a me, come in un coro. Agito le mani, do il tempo come  un direttore d’orchestra e urlo:
Ciao!
capiscono al volo e in coro rispondono …              Ciao!

The circle

Traccia il cerchio, un gesto primitivo, una figura geometrica perfetta come la forma del sole e della luna piena. Consapevole della sacralità del suo atto si raddrizza e per un attimo si sofferma a guardare prima il cerchio poi gli uomini intorno.

The earth and the man





The water and the woman

Si riempiono i recipienti, si caricano sulla testa proteggendola con una pezza ripiegata, le mani in alto sui bordi del contenitore per  equilibrare il carico e via, in fila … Cecilia, Rebecca, Giustina e Allis. Il passo è veloce, il volto sempre pronto al sorriso, chiunque incontrano. Un chilometro, si svuota l’acqua dentro i bidoni nell’area del cantiere, la testa è libera, sono contente, quattro passi di danza per sciogliere i muscoli, si torna alla fontanella sempre in fila … Cecilia, Rebecca, Giustina e Allis.

The inauguration of the jobs

“Noi consideriamo l’educazione prioritaria nel programma di sviluppo e siamo perciò contenti di collaborare con la Ghana Fort Amsterdam ONLUS nel migliorare l’accesso alla conoscenza per la nostra gente”. E’ il Primo dirigente della Mfantseman Municipal Assembly che parla.
“E noi siamo felici di condividere con tutti voi l’idea di costruire una piccola scuola, affinché, attraverso lo studio, si possa assicurare ai nostri figli un futuro migliore”. Risponde Mister Gianni.

The Bush

Otsir è un luogo nascosto del Ghana. Nessuna indicazione sulla strada che da Accra, la Capitale, conduce a Cape Coast, capoluogo della Regione Centrale. Eppure quella traversa, che puoi indovinare facendo attenzione ad un laboratorio artigianale dove si costruiscono bare dalle forme più strane e colori vivaci, ti porta proprio in quel villaggio. A piedi però, perché il conduttore del tuo taxi sicuramente rinuncia a qualsiasi compenso di fronte alla seconda composizione di buche diversamente profonde, solo pensando alla manovra che dovrà fare per girare la macchina e riattraversare la prima. Così sotto un sole impietoso puoi continuare il tuo percorso verso Otsir per scoprire qualcosa di speciale nel Bosco, quello con la lettera maiuscola; la vita e il lavoro nel bosco, questo con la minuscola, più esteso e naturale...